“Immaginate che non ci sia nessun paradiso. Se ci provate è facile.
Nessun inferno sotto di noi. Sopra di noi solo il cielo,
immaginate tutta le gente che vive solo per l’oggi. Immaginate che non
ci siano patrie. Non è difficile. Nulla per cui uccidere o morire e anche
nessuna religione. Immaginate tutta la gente che vive la vita in pace. Si
potrebbe dire che io sia un sognatore ma non sono l’unico. Spero che un
giorno vi unirete a noi e il mondo sarà un’unica entità. Immaginate che non
ci siano proprietà. Mi domando se si possa: nessuna necessità di cupidigia o
brama, una fratellanza di uomini. Immaginate tutta le gente condividere tutto
il mondo. “
E’ il testo di Imagine, la
canzone più famosa di John Lennon, l’ex dei Beatles, vero e proprio inno del
globalismo nichilista. A ottobre Imagine
compirà 50 anni, nel mezzo di una mutazione antropologica senza paragoni.
Il sogno è diventato incubo. La promessa di felicità si è rovesciata
nell’angosciante distopia del Nuovo Ordine Mondiale. Mezzo secolo di
un’utopia fattasi incubo. Imagine
si è trasformato nel tempo in canto globale: spicca la corrispondenza con una
parola d’ordine del Sessantotto: l’immaginazione al potere. | Volevano l'immaginazione al potere... |
Il culto di John Lennon è sempre vivo, tanto che a New York, capitale di
Cosmopoli, un angolo di Central Park noto come Strawberry Fields (campo di
fragole), è diventato il luogo del tributo a Imagine, molto più che un brano musicale: un preciso programma esistenziale.
Gli accordi di Imagine, accattivanti, semplici, efficaci, sono risuonati
poche settimane fa nella cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Tokyo, a
conferma inquietante che l’inno utopico della controcultura giovanile di
mezzo secolo fa è la colonna sonora del presente, il canto globalista mainstream più attuale che mai.
L’ Occidente è oggi il mondo di Imagine; siamo parte del sogno di John
Lennon, divenuto realtà non per una spinta dal basso, ma per la volontà di
potenza del neo capitalismo libertario mondialista. Viviamo non nella trasvalutazione di tutti
i valori, ma nel loro capovolgimento e abolizione. La libertà degli antichi
era la partecipazione, l’appartenenza, l’adesione attiva alla polis, quella dei post moderni- a
immagine di Imagine- è l’assenza,
l’indifferenza narcotica di chi vuol essere “lasciato in pace” e si dimette
dalla vita attiva.
| Progetto antropologico realizzato |
In origine, Imagine fu l'inno di coloro che
sognavano un cambiamento dal basso verso un altro mondo possibile. Adesso è
la canzone che meglio rispecchia il programma delle élite occidentali. Imagine
ha anticipato e contribuito a
creare – forse al di là delle intenzioni - il clima culturale
in cui ci troviamo, il capitalismo
moralistico o globalismo progressista. Il modello dell’incontro
tra la sinistra postmoderna e il progetto antropologico neoliberista figlio
del Sessantotto e della fine del comunismo novecentesco.
Imagine nacque come inno dell'utopia e del desiderio, ma
basta leggere il testo per capire che i sogni di John Lennon e della moglie Yoko Ono, musa ispiratrice e coautrice, coincidono punto
per punto con l’agenda delle oligarchie attualmente al potere. Strana
eterogenesi dei fini nell’era in cui capricci e desideri senza limiti né
frontiere sono diventati diritti, senso comune di generazioni alla deriva.
Sono tre i desideri che costituiscono il
programma antropologico di Imagine. Il primo è la scomparsa della
dimensione spirituale. Immaginate che non ci sia il paradiso, né l'inferno,
chiede Lennon, incoraggiando a concepire un mondo senza religione. Senza
paradiso non c'è peccato, senza peccato non c'è Dio, senza Dio non c'è
diavolo e senza diavolo non c'è inferno. Senza legge divina non ci sono
norme, regole, ordine o moralità. Non resta che l'ego individuale di un
essere senza trascendenza, un'entità effimera intercambiabile fatta di puro
orgoglio.
Un mondo senza colpa,
senza punizione o scintilla trascendente. Al suo posto, un
palcoscenico idealizzato in cui ognuno vive nel presente, installato in
un'immanenza compiaciuta. Le società occidentali hanno conseguito
l’obiettivo, ma il risultato non è la pace promessa, la felicità, ma nuove
angosce e un neopuritanesimo moraleggiante, rabbioso e ateo. Attraverso nuove
polarizzazioni politico ideologiche, i vecchi concetti di bene e male
resuscitano, invertiti.
L’esito è un maccartismo di risulta, la caccia
alle streghe nei confronti di chi non condivide la mitologia progressista.
L’avversario è giudicato con categorie morali, ovvero è malvagio, empio, non
va quindi sconfitto, ma espulso per indegnità. C’è un buco nero al centro del
vortice: il materialismo assoluto reca un rigetto dello spirito che va oltre
l’ateismo e sfocia nel nichilismo. Imagine
anticipò l'atmosfera culturale che respiriamo quotidianamente ma è anche il
sinistro identikit del futuro verso cui ci conducono a tappe forzate i
padroni universali. Il secondo punto del programma è la scomparsa delle nazioni e delle
appartenenze comuni, idea che si riallaccia alla tradizione
internazionalista della sinistra, ma che calza a pennello con i i propositi
delle multinazionali dall’ avidità senza freni. Gli echi di Imagine risuonano nell’aspirazione al Nuovo Ordine
Mondiale in cui Stati e governi nazionali perdono terreno a
favore delle oligarchie. Sogno visionario o concreto incubo? Le nazioni di Imagine
sono collegate alle guerre, un’idea efficace, ma semplificatoria. “Niente
per cui uccidere o morire", e scrosciano gli applausi.
La realtà è assai diversa. Al di là
dell’allusione bellica, è inane un’esistenza in cui le persone non sentono
che vi è qualcosa tanto importante da giustificare un sacrificio radicale. Ma
è proprio il tipo di vita senza epica né lirica che si sta inesorabilmente
affermando in Occidente, una promessa di vita tra piacere ed assenza di
dolore, ridotta al consumo di Netflix, alle amicizie virtuali sulle reti
sociali, a un viaggio a Sharm. Questo in tempi normali, poi è arrivata la
pandemia.
La terza aspirazione è “immagina che non ci siano proprietà” Basta con l’avidità, avanti con la
fratellanza universale. Sogni ricorrenti dell’umanità | Il lettone rivoluzionario di Imagine |
bambina, sempre risolti
nel loro contrario. Solleticano l’emotività a buon mercato, ma somigliano
all’orizzonte, che si allontana man mano che pare avvicinarsi. In più, c’è
l’immensa contraddizione di un riccone, John Lennon, portavoce della scomparsa
della proprietà privata. Nel video clip d’epoca, l’ambientazione non è una
fabbrica o un quartiere popolare, ma un’immensa stanza della tenuta inglese
della coppia Lennon-Yoko Ono, e la musica proviene da un lussuoso pianoforte
a coda.
La profezia è sconcertante.
Tutti
i miliardari del mondo hanno scoperto che è possibile gridare contro la
ricchezza, discettare su quanto sia bello condividere senza cambiare di una
virgola la propria vita. Tutt’al più, presero a finanziare i movimenti
impegnati in cause “progressiste”.
La conclamata rinuncia al possesso assume un
significato particolare in | I "pacchi" non simbolici di Amazon |
relazione al futuro che i vertici del Foro Economico Mondiale, teste pensanti dell’oligarchia,
stanno preparando per noi. Non avrai nulla e sarai felice. Tu,
noi. Loro no, loro sono e restano padroni di tutto. Questo è il programma
enunciato per prepararci a una vita senza beni di (nostra) proprietà, giacché
tutto sarà noleggiato, virtuale o provvisorio.
Lennon ispirò altresì il procedimento appropriato
per realizzare la rivoluzione: il cambiamento deve avvenire attraverso la
convinzione e la seduzione. L’ odio, attribuito sempre all’avversario, è il
drago contemporaneo, il mostro dalle mille teste contro cui i buoni devono
combattere.
Ma la persuasione,
alimentata da un immenso dispositivo culturale, mediatico, pubblicitario e di
spettacolo, non è sufficiente. Va accompagnata da campagne
intimidatorie a carico dei “cattivi”, per rendere irreversibile il
cambiamento. Lennon affermava che la sua non era una guerra di classe: ovvio,
non gli conveniva, installato nella sontuosa dimora inglese e nel prestigioso
attico di New York.
Disse: non aspettatemi sulle barricate se non con
i fiori. Si resta senza parole pensando alla grottesca reazione occidentale
alle stragi, islamiste e non solo. Dopo l’attentato al Bataclan, Parigi fu
inondata di fiori. Il cambiamento radicale è promosso dalle istituzioni,
adornate dei fiori dei buoni propositi. Ramiro De Maeztu affermava che essere
è difendersi. Ma per difendersi, appunto, bisogna essere, non lasciarsi
vivere senza cause e senza ideali.
Al successo planetario di Imagine ha
contribuito l'impegno della vedova di Lennon, Yoko Ono, che ne coltiva la
redditizia memoria e promuove un’iniziativa di successo, l’Albero dei
desideri. La formula è semplicissima e di sicuro impatto al tempo di Peter
Pan, macchina desiderante. “Esprimi un desiderio. Scrivilo su un foglio di
carta. Piegalo e appendilo a un ramo dell'albero dei desideri. Dì ai tuoi
amici di fare lo stesso. E continua a desiderare finché i rami non saranno
pieni di desideri". Infantile. Il 13 | La Torre della Pace |
ottobre, cinquantesimo compleanno
di Imagine, i desideri verranno
raccolti e inviati all’ Imagine Peace Tower, la Torre della Pace di Imagine, un'installazione luminosa in forma
di scultura.
Più di un milione di desideri da tutto il mondo
sono stati sepolti nella Imagine Tower sull'isola di Videy, in Islanda. Una
torre trasformata in metafora del nostro tempo: il diritto di desiderare e il
desiderio come diritto, ma senza impegno, senza sforzo personale. Un
imbarazzante fiera della banalità, delle parole al vento, che persuade
tuttavia i partecipanti di far parte dell’esercito disarmato dei buoni,
quelli che “desiderano” un mondo unito e, inevitabilmente, migliore. Aria
fritta, e sorprende quanto sia facile ingannare tanta gente con musica
accattivante e frasi fatte.
Tutto nacque negli anni Sessanta del secolo passato,
tra giovani amanti della musica, delle esperienze psichedeliche e della
cosiddetta controcultura, pochi dei quali immaginavano il destino finale
della loro utopia tribale, acida e promiscua. Quella trasgressione – estetica
e superficiale – finì per diventare una corrente di massa, il nucleo
dell'attuale cultura egemonica volta al nuovo ordine mondiale. L'eredità è
ora nelle mani di anziani magnati straricchi che stabiliscono gli standard
del pensiero unico e impongono la narrativa globalista. Dal sogno all'incubo
in un paio di generazioni.
La falsa rivoluzione
della pace e dell'amore incarna oggi il politicamente corretto,
imposizione planetaria di un unico modello sociale, comportamentale,
antropologico che produce una molteplicità indifferenziata, intercambiabile,
seriale: atomi solitari diversamente uguali
Neutralizzando le caratteristiche naturali che costituiscono l’
identità di persone e comunità e infine cancellandole, immaginano di
costruire il paradiso in terra , seguendo il marketing e la narrativa del potere egemonico. Così il sogno ad
uso dell’ingenuità di massa, senza confini né differenze, diventa realtà,
ovvero inferno.
Un’ utopia che si incastra perfettamente
nell'agenda globalista, introdotta come un cavallo di Troia nella cultura popolare durante il
secolo scorso, funzionante con successo per il suo effetto oppiaceo.
Lennon, paradigma del progressista ricco con
cattiva coscienza, ha | Droga libera: nel programma dei governi |
riassunto le intenzioni e gli obiettivi dei potenti che
teoricamente detestava. Imagine potrebbe essere tranquillamente
eseguita da Klaus Schwab al Foro Economico Mondiale di Davos. Tratteggia un
gregge umano calato esclusivamente nell’oggi. Se c'è solo presente non c'è
passato né futuro, non ci sono radici né destino, e, a essere obiettivi,
neppure progresso. Resta il piacere immediato senza autocoscienza, né mete, né
figli: la fine dell'Essere in quanto tale.
Immaginate dunque che non ci siano paesi, niente
per cui uccidere o morire, e nessuna religione. Immaginate tutte le persone immerse
in un sonno definito pace. Impossibile, ma sarebbe comunque una pace
mortuaria, zootecnica, un nirvana privo di tensione spirituale. Si tratta
della prima proposizione del mondo senza confini dell'agenda globalista, con
la vittoria della demotivazione esistenziale, la fine della volontà e la
scomparsa metafisica dell'Essere. Le persone “vivono in pace", ovvero indifese e prive di reazione,
l’avvento finale del Nuovo Ordine
Mondiale.
Spero che un giorno ti unirai a noi e il mondo
sarà uno, concludeva mezzo secolo fa l’ex ragazzo di Liverpool: il primo,
perfetto riassunto politicamente corretto. Il miliardario lotta per la pace a
letto con la moglie Yoko, circondato dai domestici: sono i fotogrammi
dell’epoca. Quanto è comodo odiare la proprietà privata nel giardino della
tenuta inglese o dalla terrazza con vista su New York, capitale dell’Impero.
Sconcerta che milioni di persone (ingenui, cretini, vittime di un inganno
universale o tutte queste cose insieme) gli abbiano creduto e abbiano
immaginato con lui.
Il culmine del messaggio di Imagine è la richiesta di
farla finita con l’avidità e la fame, nonché la promessa della fratellanza.
L'inferno a cui non dobbiamo credere è lastricato di buoni propositi. Lennon
conclude con il piglio del profeta: “e il
mondo sarà uno”, tendendo il filo della controcultura degli
anni Sessanta nel progetto prometeico dei ricchi magnati sedicenti filantropi
che si credono dèi.
| Prima |
Imagine divenne l'inno pacifista, utopico, tollerante,
unica balbuziente reazione all'avanzata della barbarie, l’anestetico di una
civiltà che rifiuta e ripudia la difesa e la lotta. Una messa in scena a base
di colombe della pace e arcobaleni, una grottesca Woodstock in 5G che si
ripete più e più volte in risposta alla realtà, che ha la pessima abitudine
di tornare a galla e non ha sufficiente immaginazione. Imagine è l’inno ufficiale dell’occidente agonizzante:
l’idealizzazione banale, a buon mercato, il catechismo ateo della società
dell'iperconsumo e del piacere illimitato, l’epifania di uno strano
capitalismo un po’ figlio dei fiori, un po’ comunista, ma sempre violento,
oppressore, nemico dell’uomo, una religione secolare sostitutiva.
| Dopo |
Imagine compie mezzo secolo. E’ giunto a compimento il
tempo immaginato da Nietzsche con un secolo di anticipo. “Io affermo che
tutti i valori in cui l’umanità compendia la sua idealità suprema sono valori
di decadenza.” Immaginava il giusto e diventò pazzo. John Lennon fu ucciso a
quarant’anni da un ammiratore deluso. L’immaginazione non è andata al potere,
la credulità popolare è plastilina nelle mani dei padroni del mondo. Imagine…
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